La
Storia
Nel 1751 re Carlo di Borbone incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli
di progettare un palazzo che potesse competere con le grandi residenze
dei sovrani europei, scegliendo come luogo la pianura nei pressi
di Caserta. Vanvitelli accettò la sfida e presentò un progetto che
raccolse l'approvazione entusiasta del re e della regina, Maria
Amalia di Sassonia. I lavori iniziarono nel 1752 e si protrassero,
con alcune interruzioni, fino al 1774. Nell'ultimo anno, morto Luigi
Vanvitelli, i lavori furono proseguiti dal figlio Carlo che li portò
a termine senza però poter rispettare esattamente il progetto paterno.
Durante il regno di Ferdinando IV la reggia ospitava la corte in
primavera e in estate ed era spesso teatro di feste, ricevimenti
e battute di caccia; divenne poi la dimora preferita di Ferdinando
II. Fece parte dei beni della corona fino al 1921, quando passò
allo Stato. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu gravemente
danneggiato dalle bombe e poi restaurato.
Il
Palazzo
Nell'atrio all'ingresso del palazzo, si apre il vestibolo inferiore,
dal quale si può ammirare l'infilata dei quattro cortili che aprono
la vista sul parco. Dallo scalone d'onore si sale al vestibolo superiore
e, di fronte, alla Cappella Palatina. Ispirata alla cappella della
reggia di Versailles, è una sala rettangolare, con la volta a botte
ornata di cassettoni e rosoni dorati e un'abside semicircolare.
Ai due lati le gallerie superiori sono formate da sedici colonne;
sulla parete d'ingresso è la tribuna reale. A sinistra della Cappella
si aprono gli Appartamenti Reali: il salone degli alabardieri, il
salone delle guardie, il salone di Alessandro, situato al centro
della facciata principale. L'Appartamento nuovo, così chiamato perché
costruito nell'Ottocento, consta di tre stanze: la sala di Marte,
la sala di Astrea e la sala del trono, la più grande del palazzo.
L'Appartamento del re, anch'esso ottocentesco, risente nel decoro
e negli arredi dell'influenza francese, soprattutto nelle stanze
da letto di Francesco II e Gioacchino Murat. L'Appartamento Vecchio
era abitato già alla fine '700 da Ferdinando IV. Le sale di rappresentanza
sono note come Stanze delle Stagioni perché hanno i soffitti affrescati
con allegorie delle stagioni; le stanze della regina Maria Carolina
sono elegantemente decorate. La Biblioteca Palatina occupa tre grandi
ambienti: voluta da Maria Carolina, conta oltre diecimila volumi.
In una grande sala è stato ricostruito il Presepe Reale con figure
originali, sul modello di quelli che ogni anno erano allestiti a
corte, in omaggio all'antica tradizione presepiale napoletana rispettata
e alimentata dai sovrani borbonici. Un altro gioiello del Palazzo
è il Teatro, progettato da Vanvitelli in un secondo momento per
espressa volontà del re Ferdinando IV, grande appassionato di teatro.
Costruito a ferro di cavallo, con cinque ordini di palchi e un sontuoso
palco reale, costituisce un capolavoro dell'architettura teatrale
settecentesca.
Il
Progetto vanvitelliano
La Reggia di Caserta è il capolavoro di Luigi Vanvitelli. Il suo
progetto prevedeva un grande edificio a pianta rettangolare, con
facciate uguali rivolte una sulla piazza d'Armi, l'altra sull'enorme
giardino e quattro cortili interni. Le facciate, realizzate in laterizi
e travertino, hanno un basamento a bugnato, un doppio ordine di
finestre ornate in parte di mezze colonne e lesene e un ultimo piano
sovrastato da una balaustra sulla quale era prevista una serie di
statue, poi non realizzate. Il progetto prevedeva anche due torri
angolari, ai lati del palazzo e una cupola centrale, anch'esse mai
realizzate. Il palazzo ha 1200 stanze, 34 scale e 1970 finestre.Insieme
all'architettura del palazzo, Vanvitelli ideò il meraviglioso parco.
La Pinacoteca
La Pinacoteca della reggia di Caserta è suddivisa in vari settori.
Una Quadreria di otto sale ospita i ritratti dei re e delle regine
della famiglia dei Borbone, sia d'Italia che di Francia. Una sala
è dedicata al capostipite Carlo e contiene un suo ritratto, un ritratto
della moglie Maria Amalia e uno di Filippo V. La sala dedicata a
Ferdinando IV e a Maria Carolina contiene numerosi ritratti dei
sovrani, tra cui uno giovanile della regina dipinto da Raffaello
Mengs. In una grande sala ellittica una tela di Giuseppe Cammarano
raffigura la Famiglia di Francesco I e un'altra l'albero genealogico
della dinastia. Molti i ritratti di Federico I, e delle sue due
mogli, Maria Cristina di Savoia e Maria Teresa d'Austria. Una raccolta
di dipinti proviene dalle collezioni dei Farnese e fu acquisita
da Carlo III insieme a un gruppo di sculture antiche, tra cui la
gigantesca statua di Ercole e il gruppo marmoreo raffigurante Alessandro
Farnese incoronato dalla Vittoria. Alcune tele farnesiane raffigurano
avvenimenti della vita di Elisabetta Farnese; vi è poi un gruppo
di battaglie, di scuola parmense. Un importante gruppo di dipinti
raffiguranti vedute di porti del Regno fu commissionato dal re Ferdinando
a Philipp Hackert, pittore austriaco. Un'ala del palazzo ospita
il cosiddetto Museo dell'Opera o Museo Vanvitelliano, che raccoglie
disegni, schizzi, piante delle opere vanvitelliane e soprattutto
modellini in legno della reggia, realizzati quasi tutti dall'ebanista
Antonio Rosz.
Il Parco
Parte integrante della maestosità e della bellezza della Reggia
di Caserta è il meraviglioso parco. È un tipico esempio di giardino
all'italiana, costruito con vasti prati, aiuole squadrate e soprattutto
un trionfo di giochi d'acqua che zampillano dalle numerose fontane.
Il percorso dei giochi d'acqua comincia dalla Fontana del Canalone,
detta anche Cascata dei Delfini perché il getto scaturisce dalle
gole di tre giganteschi delfini. La Fontana di Eolo è costituita
da una grande vasca nella quale si raccoglie l'acqua che cade dall'alto.
Nella Fontana di Cerere o Zampilliera i getti d'acqua sono lanciati
da due delfini, quattro tritoni e dalla raffigurazione simboliche
di due fiumi; al centro è posta la statua di Cerere. Dalla Fontana
di Venere e Adone l'acqua discende in una vasca attraverso una serie
di dodici rapide. Il percorso termina con la Vasca di Diana e Atteone,
dove scende dopo un salto di 78 metri, l'acqua della Grande Cascata.
Il parco comprende anche un Giardino Inglese, voluto da Maria Carolina
d'Austria. È ricco di piante esotiche e rare e abbellito da serre,
aiuole, boschetti e viali che seguono ed enfatizzano l'accidentata
conformazione del territorio. Vi sono un piccolo lago, il Bagno
di Venere e, secondo il tipico gusto romantico, rovine artificiali
e finti ruderi, con statue provenienti dagli scavi di Pompei.