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Ma forse è Sorrento una
Sirena che avvince e ammalia con i profumi degli alberi di limoni e
aranci, con gli ulivi dagli scuri tronchi contorti e dalle foglie
d'argento che si muovono piano, con un lieve suono, al vento che viene
dal mare, con le rocce nate dalla furia lontana di un vulcano. |
Città
greco-osca, forse fenicia, in seguito romana, Sorrento seguì la sorte di Roma
fi-no alla sua caduta. Nell'alto Medioevo repubblica (citata tra le più
importanti città ma-rinare del Mezzogiorno), poi sottoposta al ducato
napoletano se ne distaccò nel sec. XI.
Il processo storico che portò alla costituzione del Ducato di Sorrento rientra
nella lo-gica evolutiva del particolarismo comune tanto ai possedimenti
bizantini (Napoli, Gae-ta, Amalfi e Sorrento), quanto a quelli longobardi
(Benevento, Salerno e Capua) dell'Italia meridionale. Il ducato sorrentino, che
abbracciava tutta la penisola dal Sarno alla Campanella, ebbe una certa
risonanza dovuta soprattutto alla diffusione delle in-dustrie delle costruzioni
e delle forniture navali, al commercio marittimo e alla produ-zione di frutta e
di vino. La classe politica sorrentina era però costituita da un'aristocra-zia
che basava il proprio potere sulla proprietà fondiaria; il settore del
commercio ma-rittimo rimaneva ristretto all'attività di piccoli commercianti
locali. Pertanto Sorrento non divenne mai una potenza marinara.
Anche la creazione dell'Arcivescovado avvenne con ogni probabilità in seguito
al for-marsi del Ducato. Quest'ultimo fu sottoposto per un certo periodo al duca
longobardo di Salerno (1039). Riacquistata l'indipendenza (1052) con l'aiuto
normanno, ne accettò la protezione legando sempre più la propria politica a
quella del duca di Capua, insieme al quale fu travolto nella guerra contro
l'altro duca normanno Ruggero Il d'Altavilla (1133 o 1134).
A Sorrento, che prima della conquista godeva di un proprio governo, fu garantita
una maggiore autonomia. Infatti la città non fu data in feudo ad alcun nobile e
anche se dovette rinunciare all'indipendenza politica, poté conservare i
privilegi aristocratici e il controllo dei Casali (Massa, il Piano e Vico).
Ai primi del sec. XIV (forse nel 1319) nella città avvenne un fatto di sangue
che portò alla scissione della nobiltà più antica in due Sedili, con la
costituzione, in contrapposi-zione all'originario Sedile di Porta, del Sedile di
Dominova. Il prestigio dei Sedili di Sorrento andò al di là della ristrettezza
regionale, arrivando anche a contendere nel pe-riodo spagnolo alcuni privilegi
alla stessa capitale Napoli.
Un evento rilevante nella storia della città fu la tragica invasione turca del
giugno 1558, per i saccheggi che vi furono e per la gran quantità di
popolazione che fu uccisa o portata schiava a Costantinopoli. L'invasione turca
affrettò l'opera di rifacimento delle mura cittadine che fu completata nel
1561.
Lunghe furono le lotte sostenute dalle popolazioni contadine dei Casali e dei
paesi li-mitrofi, sottoposti da secoli ai soprusi dei patrizi sorrentiiii, per
ottenere l'autonomia. E' in questo contesto che si colloca la rivolta del
genovese Giovanni Grillo (1 648). Sfrut-tando una serie di contrasti secolari
con la nobiltà locale, il Grillo riuscì ad unire i popo-lani del Piano e i
contadini della stessa Sorrento guidando un infruttuoso assedio che durò
quattordici mesi.
Nell'età della Controriforma la vita artistica e sociale della città
"patrizia" decadde in uno stucchevole arcaismo: sorsero varie
accademie e si diffusero innumerevoli ordi-ni monastici, tanto da dare a
Sorrento una marcata impronta conventuale. Al contrario lo sviluppo
"borghese" del Piano e degli altri paesi vicini ne favorì
l'evoluzione econo-mica e sociale.
Nel primo periodo borbonico si andò intensificando l'attività marinara e la
pesca del tonno, fiorente fino agli inizi del sec. XX. Con il ritorno dei
Borboni dopo la tragica ri-voluzione del 1799, i Sedili nobiliari venivano
aboliti e il Piano nel 1808 e Meta nel 1819 ottennero l'autonomia.
Dopo l'Unità anche S. Agnello si rese autonoma (1865), mentre Sorrento subiva
il "risanamento edilizio" che ne cambiò l'antico aspetto.
Nei primi anni del sec. XIX l'industria della tarsia del legno andò sostituendo
pro-gressivamente la più antica (sec. XVI) industria della tessitura della
seta. Anche l'agri-coltura si andò sviluppando al punto che assunse ai primi
del '900 le caratteristiche di una vera e propria attività industriale e
commerciale, con la coltivazione intensiva degli agrumi, la trasformazione dei
prodotti zootecnici e le esportazioni, portando alla istitu-zione a Sorrento
della Facoltà di Agraria.
1 periodi più recenti hanno visto la progressiva, e in alcuni casi assai
intensa (intorno agli anni sessanta) l'estensione dell'attività turistica che
è diventata in breve il settore di punta dell'economia cittadina.