.



.
  • Villa La Colombaia (Lacco Ameno - Forio)

La villa, immersa nel verde del bosco di Zaro e circondata da un ampio parco, fu realizzata dal famoso giornalista socialista Luigi Patalano, divenendo poi la residenza estiva del regista Luchino Visconti. Attualmente è sede della Fondazione a lui dedicata, coinvolta nella promozione di attività culturali come musica, cinema, teatro, mostre d’arte, work-shop e rassegne cinematografiche, oltre che nell’organizzazione del Premio Internazionale “Luchino Visconti”. Al suo interno è presente un museo dedicato al regista. La villa e il parco sono aperti al pubblico.

  • Giardini La Mortella (Forio – San Francesco)

Il parco si trova a Forio d’Ischia ed era in origine di proprietà del compositore inglese Sir William Walton, che visse nella villa attigua con la moglie argentina Susanna fino alla di lui scomparsa nel 1983. Quando il compositore giunse sull’isola nel 1946, diede incarico a Russel Page di realizzare il giardino e fece piantare meravigliose piante tropicali e mediterranee, alcune delle quali hanno raggiunto oggi proporzioni sbalorditive. I giardini hanno un’affascinante vista sulla città e sul porto di Forio. Attualmente una parte del giardino è dedicata a un complesso museale sulla vita e le opere di Walton.

  • Castello Aragonese (Ischia Ponte)

Fu costruito nel 474 a.C. su uno scoglio attiguo all’isola da Gerone, tiranno di Siracusa. Allo stesso tempo furono costruite due torri per controllare i movimenti delle flotte nemiche. Lo scoglio fu poi occupato dai Partenopei (gli antichi abitanti di Napoli). Nel 326 a.C. la fortezza finì sotto il controllo dei Romani e poi di nuovo dei Partenopei. Alfonso d’Aragona nel 1441 collegò lo scoglio all’isola attraverso un ponte di pietra, rimpiazzando così il precedente ponte di legno, e volle che le mura fossero fortificate per difendere la popolazione dalle incursioni dei pirati. Attorno al 1700 sull’isolotto vivevano circa 2.000 famiglie, c’era un convento di monache clarisse, l’Abbazia dei Basili di Grecia, la curia vescovile e il seminario, oltre che il palazzo del principe e la guarnigione militare. Sullo stesso scoglio c’erano 13 chiese. Nel 1912 il castello fu venduto a un privato e oggi rappresenta il monumento più visitato dell’isola. È possibile accedervi attraverso un tunnel scavato nella roccia con grandi fessure che consentono il passaggio della luce. Lungo il tunnel si trova una piccola cappella consacrata a San Giovan Giuseppe della Croce, santo patrono dell’isola. In alternativa, un punto di accesso più comodo è rappresentato da un moderno ascensore. Una volta giunti all’esterno, è possibile visitare la Chiesa dell’Immacolata e la Cattedrale dell’Assunta. La chiesa fu costruita nel 1737 nello stesso posto in cui si trovava una cappella dedicata a San Francesco e chiusa dopo la soppressione dei conventi e delle monache clarisse nel 1806.

  • Torre di Guevara (Cartaromana)

Comunemente detta di Michelangelo o di S. Anna, è una casa turrita edificata sul tratto di costa che si affaccia sul Castello Aragonese appartenuta fino agli inizi dell’800 dai Guevara, duchi di Bovino. Viene comunemente indicata come Torre di Michelangelo perché leggenda vuole che vi abbia soggiornato Michelangelo Buonarroti, invaghito della poetessa e castellana Vittoria Colonna, marchesa di Pescara e moglie di Francesco Ferrante d'Avalos.

La costruzione della torre, avvenuta probabilmente alla fine del XV secolo, è attribuita a Guevara, venuto dalla Spagna al seguito di Alfonso I d'Aragona che nel 1454 lo nominò "cavalliere del re", quando un altro membro della stessa famiglia, don Francesco de Guevara, fu fatto governatore a vita dell'isola d'Ischia da Carlo V. La torre era immersa in origine in un giardino di delizie che, lambendo la acque di Cartaromana e quelle di una sorgente dismessa celebrata da Boccaccio, si chiudeva su due lati con alte mura in pietra vulcanica, di cui sussistono ancora dei tratti.

Articolata su tre livelli fuori terra, di cui il primo a scarpa concluso con un toro in pietra viva, presenta nel suo impianto quadrato e nella geometria delle aperture incorniciate da tessiture di pietra vulcanica a spessore un accento di marcata ed intenzionale sobrietà che si traduce in un'immagine di sottile eleganza, opera significativa del rinascimento napoletano.

La chiesa del Soccorso
La chiesa del Soccorso

Attualmente viene utilizzata come location per manifestazioni culturali, spettacoli e mostre d’arte (come quella organizzata nell’agosto 2005 e dedicata allo scultore Arnaldo Pomodoro o quella realizzata nel 2006 per Hidetoshi Nagasawa).

  • Chiesa del Soccorso (Forio)

È posta sul promontorio del Soccorso ed è circondata per tre lati dal mare, su di un vasto piazzale dal quale, nelle belle giornate, si intravede l'Isola di Ventotene. Antico convento degli Agostiniani, fu fondato verso il 1350 e soppresso nel 1653, ma la chiesa, nella sua veste attuale, risale al 1864. Vi si accede da 20 scalini in piperno che portano all'atrio ove sono poste cinque croci sempre in piperno. La chiesa è conosciuta in tutto il mondo non solo per la sua posizione, ma soprattutto per la sua singolarissima facciata, bianca e adornata di ricca scala ricoperta di preziose maioliche del '700, raffiguranti santi e scene della Passione di Cristo. Lo stile è inconfondibile: la chiesa, sia pure nella elegante semplicità, riassume l'architettura greco-bizantina, moresca e mediterranea in una mirabile fusione di graziose e armoniche forme. L'interno è di grande interesse per il succedersi dei tipi di volta. Si presenta ad una navata con cappelle laterali e l'abside sulla quale, fino al terremoto del 1883, s'innalzava una svettante cupola. Nella cappella di sinistra si venera un Crocifisso taumaturgico, scultura di ispirazione catalana certamente del sec. XVI; custodisce inoltre la statua di sant'Antonio da Padova, la tela settecentesca di Cesare Calise "Sant'Agostino, Santa Monica e San Nicola de Talentino" (1633) e l'acquasantiera scolpita da Vincenzo Borquera (1610).



. .